Tutto Shakespeare nel lasso di tempo di una partita
La recensione.Tutto Shakespeare proposto nel lasso di tempo di una partita di pallone e tre giocatori in campo, pardon sul palco del Teatro Sala Umberto. Una sfida al cardiopalma tutta da ridere.
La coppia Zuzzurro&Gaspare e Maurizio Lombardi si confrontano in modo egregio con l’opera omnia del poeta di Stratford on Avon riuscendo nell’intento di raccontare e recitare al pubblico le sue 11 tragedie, 16 commedie e 10 drammi storici passando per i sonetti.
“Tutto Shakespeare in 90 minuti” è una commedia dai ritmi estremamente veloci, in cui non ci si annoia mai. Ci si diverte tra gag, sketch fulminanti travestimenti e allestimenti che si susseguono freneticamente lasciando lo spettatore (che spesso viene chiamato in causa) sempre a bocca aperta. Adam Long, Daniel Singer e Jess Winfield sono i tre autori dell’opera teatrale originale “The Complete Works of William Shakespeare (Abridged)”, uno spettacolo che ha riscosso un enorme successo a Londra e oggi affidato, nella versione italiana, alla sagace regia di Alessandro Benvenuti.
La coppia Zuzzurro&Gaspare, che quest’anno festeggia il trentacinquesimo anno di collaborazione artistica, non si smentisce: è regina della comicità brillante. I due attori, Andrea Brambilla e Nino Formicola, sono affiancati da un valente attore, quale è Lombardi, che si rivela capace di sostenere il confronto con i due pilasti del cabaret e teatro leggero nostrano.
Sono tante le trovate geniali che vengono escogitate per rappresentare le opere shakespeariane: dalle commedie riassunte in un unico racconto all’Otello versione rap, dal Tito Andronico versione master chef all’”annegamento” di Ofelia in “Amleto”, all’interpretazione della nascita della dinastia dei Tudor come fosse una partita di Champions League…
Non manca proprio nulla; sono anche proposte le scene teatrali memorabili come quella del balcone tratta da “Romeo e Giulietta” (in cui i due innamorati si dichiarano il loro amore e decidono di sposarsi in segreto), all’intenso monologo “che capolavoro è l’uomo” tratto dall’”Amleto e si ricorda pure perché sia meglio non rappresentare il “Macbeth” sulle tavole di un palcoscenico.
Con uno spettacolare rewind, inscenato dai tre attori, è possibile anche rivivere la fine dello spettacolo nel bis, cioè nel tempo di recupero della partita.
Monica Menna