Sala Umberto: nell’attesa della speranza
La recensione. “Farà giorno” è la toccante storia di uno scontro generazionale, storico, politico. Il passato e il futuro che si trovano a confrontarsi nel presente. L’emozionante pièce, diretta da Piero Maccarinelli, è in scena al Teatro Sala Umberto sino a domenica 1 dicembre 2013.
A causa di un incidente avviene l’incontro tra l’anziano Renato e il giovane Manuel. Un maestoso Gianrico Tedeschi (93 anni e 60 di teatro) interpreta Renato, un ex partigiano e medaglia d’oro al valore della Resistenza. È magistrale e commovente la sua interpretazione, da vero maestro di teatro.
Renato, costretto a stare a letto, dopo essere stato investito, continua ad appassionarsi alla lettura. Legge “I quaderni del carcere” di Antonio Gramsci (la raccolta degli appunti annotati durante la prigionia nelle carceri fasciste) alternandolo con alcune pagine di “Guerra e pace” di Tolstoj e la lettura degli articoli de L’Unità. Al suo capezzale si trova, nolente o volente, Manuel, bulletto della borgata romana, interpretato dal giovane e bravo Alberto Onofrietti. Manuel è invece un neofascista ribelle, ha il duce tatuato sul braccio, odia i neri, provoca e picchia per strada i romeni.
Sulla scena è presente anche Marianella Laszlo, nel ruolo della figlia di Renato, Aurora. Un personaggio importante che fa emergere storie di un passato per troppo tempo celato, rimosso e ricordi difficili da cancellare.
Assistiamo ad una partita a carte tra i protagonisti; si sfidano, bluffano, azzardano mosse. Si scontrano nelle loro visioni diverse della storia, ma soprattutto della vita. Da una parte c’è la difesa dei valori tradizionali e dei principi per cui vale la pena lottare, dall’altra c’è la sfiducia nel futuro, nebuloso e privo di prospettive.
Tanto distanti Renato e Manuel si ritroveranno però, giorno dopo giorno, sempre più vicini, creando un rapporto fondato sull’affetto sincero, come quello tra un nonno e il proprio nipote. Nella speranza che sorga il sole sulle loro esistenze.
Monica Menna