Con Giuffè, tra le macerie della guerra
La recensione. Meritatissimi e prolungati applausi al Piccolo Eliseo di Roma per “La lista di Schindler” (in scena sino al 30 marzo), drammatica pièce che vede protagonista una pietra miliare del teatro nostrano: Carlo Giuffrè.
Lo spettacolo, diretto magistralmente da Francesco Giuffrè, possiede un impianto narrativo particolare; si scava nella memoria del protagonista tra ricordi e sogni, raccontando così la figura di Oskar Schindler. Ed è proprio su Schindler, l’imprenditore tedesco che durante la seconda guerra mondiale riuscì a portare in salvo più di mille ebrei dallo sterminio, si focalizza l’attenzione, incentrandosi volutamente sul suo aspetto di uomo e non di eroe, uomo con debolezze e vizi.
Tanti personaggi appartenenti al passato di Oskar riemergono dalla sua memoria: la moglie dell’industriale, il ragioniere con cui condivise la redazione della lista, il capitano che sfidò a carte mettendo in palio vite umane.
Un passato di ombre, reso ancora più suggestivo, nella messa in scena, dalle musiche in sottofondo di Gianluca Attanasio.
Al contempo si rappresenta sul palco l’orrore dei campi di concentramento, la solitudine degli uomini espropriati della propria libertà, messi a nudo crudelmente. Si mostra la deportazione degli ebrei dal ghetto di Varsavia, nel 1939, attraverso brevi scene mute. Al centro due uomini e una donna comuni, condannati alle atrocità dei lager. Commuovente il rapporto amoroso tra due di questi concluso con un matrimonio celebrato di nascosto tra le macerie della guerra.
Monica Menna
QUI l’articolo sulla conferenza stampa di Carlo Giuffrè.