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Intervista a Valeria Freiberg sulla festa-festival di Tivoli

La recente edizione di Rocca Fest, svoltasi a Tivoli dal 13 al 15 giugno 2024, si è confermata come un vero e proprio successo per i giovani appassionati di teatro. Il festival, organizzato dall’Associazione Ariadne – Compagnia Teatro A ha offerto un ricco programma di spettacoli, laboratori, incontri e premiazioni, il tutto incorniciato dalla suggestiva atmosfera del Castello di Rocca Pia e delle Scuderie Estensi.

Ne parliamo con la curatrice di Rocca Fest, Valeria Freiberg che ha all’attivo una lunga carriera come organizzatrice, regista, attrice ed educatrice di teatro.

Valeria Freiberg

Roccafest è tornato a Tivoli dove era nato…
Esatto! Rocca Fest è nato nel 2021, subito dopo il lockdown. Comprendevo che i giovani avevano bisogno di un luogo dove potersi rincontrare dopo tanta solitudine, dove poter festeggiare! Nonostante le attività della Compagnia Teatro “A” non si siano mai fermate, nemmeno durante la chiusura generale, abbiamo continuato a creare e inventare numerosi progetti online che ci hanno permesso, insieme al nostro pubblico, di continuare a vivere pienamente. Tuttavia, incontrarsi dal vivo era indispensabile.
La Rocca Pia è un luogo simbolo di pace e di incontro, e grazie alla collaborazione del Comune di Tivoli (per inciso voglio esprimere un grazie speciale al consigliere comunale, dott.ssa Francesca Chimenti, ed alla commissione cultura del Comune di Tivoli) siamo riusciti a portare il teatro e la comunicazione teatrale nel cortile della Rocca, creando questo meraviglioso festival. Abbiamo anche tentato di spostare le attività del Festival nello straordinario scenario del Castello di Santa Severa. Era un luogo molto bello e suggestivo, ma la Rocca Pia rimane il cuore del Festival, la sua essenza.

È un festival dedicato al teatro dei giovani di gruppo, con un collegamento importante con le scuole
È un Festival che celebra il Teatro! E il Teatro è un’attività giovanile. Solo i giovani hanno una naturale predisposizione al gioco, un temperamento aperto e una vivida fantasia. Purtroppo, a volte, una lunga esperienza professionale può smorzare queste qualità, che a mio avviso sono fondamentali per chi fa teatro.
C’è anche un altro aspetto che ritengo importante. Rocca Fest ha due sezioni: una dedicata al teatro scolastico e l’altra ai giovani che hanno deciso di fare del teatro la loro professione. Perché questa netta separazione? Perché, secondo la mia profonda convinzione, il teatro scolastico non deve formare professionisti del settore, ma persone con una cultura teatrale, che capiscono e amano il teatro, che sanno lavorare in gruppo e affrontare con coraggio le avversità che si presentano sulla scena. Il Teatro ha bisogno di queste persone. Ha bisogno di un pubblico qualificato. Pertanto, è assolutamente importante far dialogare e conoscersi le persone che si incontreranno, separate solo da una rampa scenica. È altrettanto importante far incontrare i giovani con i grandi maestri del teatro e della cultura. Rocca Fest è tutto questo.
Aggiungo: RoccaFest è la dimostrazione pratica dei principi e degli obiettivi che la Compagnia Sociale di Arnaldo Ninchi “Ariadne” (Teatro “A”), porta avanti dal 1969. L’intuizione di Arnaldo è stata straordinariamente importante per il progresso dell’arte teatrale e io faccio di tutto per portare avanti questa intuizione, attualizzandola e approfondendo gli aspetti innovativi, artistici e professionali, perché condivido pienamente questa visione.

Prove aperte

In questa edizione c’era il collegamento con il Natale di Tivoli e la celebrazione di un letterato come Igino Giordani che tanto ha fatto per i giovani
L’incontro con l’opera e la personalità di Igino Giordani rientra nella visione di cui parlavamo prima. Giordani è un grande Maestro di vita e cultura, e far conoscere ai giovani la sua opera significa mettere nelle loro mani un tesoro prezioso. Va detto che la riflessione dedicata a Igino Giordani non è un’azione isolata. Qualche anno fa, abbiamo realizzato lo spettacolo “La Zebra e Lo Scienziato” dedicato al grande scienziato italiano Gustavo Colonnetti, e successivamente lo spettacolo “La lettera a un giovane regista” dedicato al grande Giorgio Strehler.
Insomma, il capitolo che presenta ai giovani i grandi nomi della cultura e della scienza italiana fa parte del nostro DNA teatrale. È importante avere dei miti. È importante conoscere la propria cultura, la propria storia, la propria identità culturale.

Gli spettacoli su Igino Giordani saranno riproposti in altre occasioni?
È proprio questa la mia intenzione. La sua opera “La repubblica dei marmocchi” è un libro estremamente interessante. Dopo l’esperienza di Rocca Fest, posso affermare che coinvolge pienamente tutti: i giovani e i loro genitori. È un libro che crea un dialogo tra diverse generazioni, costituendo così uno spazio artistico straordinario sotto ogni punto di vista.

Rocca Fest 2025 sarà ancora a Tivoli?
Spero di sì, e spero che il numero dei partecipanti cresca anno dopo anno, confermando la validità delle idee di Arnaldo e della visione teatrale a cui Ariadne – Teatro “A” da vita e forma.

Fernanda Monelli