Teatro Sistina: Biagio Izzo tra Freud e comicità a 360 gradi
La recensione della prima. Un Biagio Izzo a 360 gradi è quello che si è esibito sul palcoscenico del Teatro Sistina con lo spettacolo “Tutti con Me” (in scena sino al 19 maggio), diretto da Claudio Insegno.
Quello in scena si potrebbe definire come un one man show davvero particolare e speciale. Si perché prima di tutto sul palcoscenico Izzo non è solo ma è accompagnato da tre bravissimi attori; Teresa Del Vecchio (volto noto presente nelle commedie di Vincenzo Salemme), Federico Perrotta e Valentina Olla. E ancora da cinque ballerine e dalla coloratissima band “I Virtuosi di San Martino”. E soprattutto in scena ci sono molteplici Izzo, riproposti in un caleidoscopio di esilaranti personaggi che il comico partenopeo ha interpretato nel corso della sua carriera.
Vediamo quindi sul palco la verace signora Assunta, il wedding planner Amedeo che coinvolge la platea facendo intonare al pubblico la marcia nuziale, il cantante Avana Nove con la sua hit, il cugino Bibì che da anni aspira a poter lavorare in teatro… una galleria di macchiette che, nella finzione scenica, si tenta di cancellare dalla memoria dello stesso Izzo, per quanto sia possibile rimuovere dalla mente il proprio passato e negarlo…
È possibile riascoltare e apprezzare celebri monologhi di Biagio Izzo; come la fantastica descrizione del cenone natalizio, una vera apoteosi di comicità.
I monologhi sono stati scritti con Bruno Tabacchini (coautore della commedia) la cui collaborazione con Izzo è di lunga data. Izzo e Tabacchini hanno firmato insieme le commedie “Tutto per Eva, solo per Eva”, “C’è un uomo nudo in casa”, “Due Comici in Paradiso”, “Il re di New York”, “Una pillola per piacere”, “Un Tè per tre”, “Guardami guardami”.
Come riportato sull’enorme insegna che spicca nell’accurata e modernissima scenografia vediamo contemporaneamente “Me, myself and I”. Nella commedia infatti Izzo si trova a fronteggiarsi con il suo Io conscio, il proprio inconscio (Olla) e subconscio (Del Vecchio).
Un confronto che genera un percorso freudiano sui generis inevitabilmente spassoso.
Monica Menna