Applausi ed emozioni a scena aperta per Massimo Ranieri al Teatro Sistina
La recensione della prima. Applausi ed emozioni a scena aperta per “Sogno e son desto”, lo spettacolo con cui Massimo Ranieri ha aperto la stagione del Teatro Sistina. Nel tempio romano della commedia musicale si respira aria di festa e novità; da quest’anno infatti è capitanato dal nuovo direttore artistico Massimo Romeo Piparo.
Lo spettacolo (in scena sino al 20 ottobre) è ideato e scritto dallo stesso cantante napoletano insieme a Gualtiero Peirce. È un recital dal gusto scanzonato, scherzoso, ironico che ricorda il precedente spettacolo allestito dalla coppia Ranieri-Peirce, intitolato “Chi nun tene curaggio nun se cocca ch’e femmene belle” (proposto due anni fa al Teatro Quirino di Roma, nda).
Mancano il corpo da ballo, le pagliette e i lustrini ammirati nella commedia di successo di Ranieri “Canto perché non so nuotare… da 40 anni”. Sul palco, insieme al famoso cantante, vi è solo una piccola orchestra di cinque elementi (alle chitarre Massimiliano Rosati, al pianoforte Flavio Mazzocchi, al basso Mario Guarini, alla batteria Luca Trolli e infine Donato Sensini ai fiati) che contribuisce a trasmettere al recital una dimensione più accorata e intimista.
Ranieri è uno straordinario raccont-attore; interpreta con assoluta personalità canzoni napoletane tradizionali e altre più recenti come: “O’ russo e ‘a russa” di Renato Carosone, “O’ zappatore” di Mario Merola, “I’ so’ pazz’” di Pino Daniele.
Propone inoltre una carrellata di canzoni d’autore che spaziano da “Io vivrò senza te” di Lucio Battisti, a “Lo shampoo” di Giorgio Gaber, da“Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè e Roberto Murolo a “E allora” dello stesso Murolo a“La stagione dell’amore” di Franco Battiato.
Alle storie di vita si intrecciano anche aneddoti personali e brani famosi di Ranieri da “Venti anni”, che apre lo spettacolo, “Erba di casa mia”, “Se bruciasse la città” fino alle immancabili “Rose rosse” e “Perdere l’amore”.
Ma attenzione non è solo un concerto quello proposto. C’è anche una dimensione scenica e lirica; ai tantissimi brani si alternano anche letture di poesie e passi di libri (tra gli autori letti: Shakespeare, Merini, Collodi).
Le note e le parole descrivono storie di coraggio, d’amore e di dignità. Il coraggio degli antieroi, degli umili, dei vinti, di chi nella vita ha saputo dire no…
Monica Menna