Teatro Eliseo: forte e fragile Judy Garland
La recensione. “Over the rainbow” era la nota canzone del film “Il mago di Oz”, portata al successo da Judy Garland.
“The end of rainbow” è lo splendido musical drama di Peter Quilter dedicato a quella straordinaria diva che fu Judy Garland, che ha avuto successo in tutto il mondo, di cui giunge ora l’edizione italiana diretto da Juan Diego Puerta Lopez e che vede la celebre cantante interpretata da Monica Guerritore. E’ in scena al Teatro Eliseo fino al 15 dicembre e si rivela, nella Capitale, uno degli appuntamenti più attesi di questa stagione teatrale.
Il musical racconta gli ultimi mesi della diva in cui viveva con Mickey Deans (Alessandro Riceci). In scena anche il pianista omosessuale Anthony (Aldo Gentileschi) che l’adora e l’aiuta. Siamo a Londra in un lussuoso albergo e poi al Talk of Town dove Judy si esibisce. Da una parte le vicissitudini di quest’artista che unisce alcolici e barbiturici in un mix micidiale, dall’altro le sue splendide canzoni che vengono cantate live da Monica Guerritore, accompagnata da un gruppo di orchestrali.
Da un lato il dramma della dipendenza da alcol e farmaci, il disperato bisogno d’amore, dall’altro quel palcoscenico e il pubblico che l’adora ma che la vede, sera dopo sera, peggiorare, fino al tragico epilogo.
Una splendida Monica Guerritore che ha lavorato tre mesi duramente – in palestra e effettuando lezioni quotidiane con il coreografo Gino Landi e la vocal coach Lisa Angelillo – per essere in forma e tratteggiare a tutto tondo questa artista fortissima e fragilissima al tempo stesso.
Si uniscono privato e pubblico in cui la diva appare per quello che è in realtà: una donna disperata che non riesce a sottrarsi al degrado.
Guerritore tratteggia a tutto tondo la figura di Judy. Canta magistralmente otto sue canzoni. In un crescendo si giunge quindi all’inevitabile epilogo della morte per overdose di barbiturici.
I due personaggi in scena con la dive sono l’avido compagno che spinge l’artista a completare, nonostante tutto, il tour; e il pianista che l’aiuta, anche a truccarsi, la consiglia; intuendo il tragico epilogo, da lì a qualche mese, l’invita anche a scappare con lui pur di salvarla.
Tutto inutile ed il destino di Judy Garland sarà lo stesso che vivranno poi donne come Edith Piaf, Whitney Houston, Amy Winehouse. Tutte che hanno visto splendere e scomparire l’arcobaleno.
Monica Menna