L’Othello nella scatola di (s)montaggio degli Oblivion
La recensione della prima stampa. Parterre delle grandi occasioni per la prima stampa al Teatro Sala Umberto di “Othello la H è muta” che sarà in scena fino al 15 dicembre. Molti i giornalisti ed i personaggi dello spettacolo venuti ad assistere ad uno show unico, portato in scena da Oblivion.
Il formidabile quintetto di cantattori ma anche imitatori e funamboli della comicità (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli) festeggia i dieci anni di attività (il primo spettacolo fu “Ho rubato un motivo”, nel 2003) mettendo a confronto e confondendo l’Othello di Shakespeare e l’Otello di Verdi.
Ad accompagnare al pianoforte, con grande virtuosismo, c’è Denis Biancucci in uno sgargiante frac blu. “Non sparate sul pianista”, si diceva nelle storie western; qui è il contrario, è il musicista a prendere a pistolettate gli invadenti cantori.
Quella proposta non è una semplice parodia, una trasposizione della storia di Othello dalla lirica alla canzonetta; è un vero e proprio incastro di scatole cinesi, una sorta di Lego teatrale, di frizzante gioco di assemblaggio e (s)montaggio. C’è tutto: parodia, cabaret, giocoleria.
Si comincia con uno sketch in platea, vestiti da guardie del Doge che parlano in stretto dialetto veneto. Quindi i saltimbanchi della risata prendono possesso del palcoscenico dove si muovono in una scena spoglia in cui, oltre ai ritratti di Verdi e Shakespeare, c’è il pianoforte ed il letto (multifunzionale) di Desdemona, anch’esso da montare e smontare, d’altronde come tutto in questo spettacolo; è un giaciglio ma anche una galea che naviga verso Cipro…
La tragedia del Moro di Venezia è raccontata con un’esplosione di talento, una comicità stratosferica, una girandola di costruzioni e distruzioni. Si passa da Verdi e Wagner a Disney, da Piero Angela a Vasco e Ligabue, da Otello a Balotello; il dialogo monotono tra Otello e Desdemona diventa sorprendentemente la canzone mononota di Elio e le Storie Tese… Cinque attori che sono, allo stesso tempo, cantanti (lirici e pop), imitatori; che hanno ritmo e, ad esempio, sanno accordare i movimenti alle note del pianoforte, diventando, assieme, una tastiera vivente.
Il talento individuale e di gruppo è enorme in un atto unico che sorprende, diverte, coinvolge totalmente.Da non perdere.
Monica Menna