Quei terribili vecchietti del “Gin Game”
La recensione. “Gin Game” è un gioco di carte, un passatempo innocuo che diventa, per due arzilli vecchietti, un’arma micidiale. Questa la storia raccontata da “Gin Game” di D. L. Coburn, interpretata da Valeria Valeri e Paolo Ferrari, con la regia di Francesco Macedonio, che conclude la sua tournée a Roma, al Teatro Sala Umberto, dove sarà in scena fino all’11 marzo 2012.
Incredibile la vitalità di interpreti e regista, nonostante l’età che hanno: Valeria Valeri ha 90 anni, Paolo Ferrari 82 e Francesco Macedonio 84.
La commedia vede i due protagonisti perennemente in scena, da soli… eppure nella rappresentazione non vi sono mai cali di tensione. E’ divertente ma anche struggente. E i due protagonisti sono eccezionali; questo testo, che sembra scritto per loro, lo hanno già portato in palcoscenico vent’anni fa, e calza a pennello alla loro maestria.
La veranda malandata di una casa di riposo è il campo di battaglia di due ospiti. Fonsia Dorsey e Weller Martin; si accaniscono nel gioco, si feriscono con le parole. Sono due persone sole, abbandonate, cocciute che, dietro l’accanimento nel gioco di carte, nascondono le loro fragilità emotive, le loro solitudini.
I due non hanno bisogno di vincere una partita di carte, ma di vincere una partita con la vita. Quella però sanno di averla persa completamente.
Nella commedia si trattano temi importanti, come quello degli anziani senza affetti e calore familiare, della solitudine. Affrontare il tema della condizione delle persone della terza età non era facile. L’autore ci è riuscito creando una commedia che sa guardare dietro le apparenze, che sa mettere a nudo i sentimenti.
Claudio Costantino